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mercoledì 30 maggio 2012
L'11 giugno incontro con Marco Tullio Giordana
Provare a leggere i segni dei tempi che stiamo vivendo per capire se esiste e dove è una “meglio gioventù” capace di interpretare il presente e riaprire il futuro.
Sarà questo il tema di fondo della conversazione con uno dei più grandi registi italiani, Marco Tullio Giordana, in programma lunedì 11 giugno, ore 21, al cinema Italia di Soci, in Casentino.
Il regista de “I centopassi”, “La meglio gioventù”, di “Romanzo di una strage” è l'attesissimo ospite del ciclo di incontri “Le parole e il silenzio” organizzato dalla Fondazione Baracchi e dedicato quest'anno ai “germogli di cambiamento”.
La conversazione, condotta dai giornalisti Massimo Orlandi e Paolo Ciampi, avrà al centro i ricordi, i pensieri e le riflessioni di Giordana ma anche le suggestioni che arriveranno da alcuni frammenti dei suoi film.
Il cinema appartiene al nostro tempo, diceva il grande Orson Welles. Ma il cinema è anche sguardo sul mondo, Capacità di far parlare i fatti e le persone. Possibilità di dare un altro senso a ciò che è stato e a ciò che potrà essere. E tutto questo è particolarmente vero per Marco Tullio Giordana, un regista che con la sua arte ha raccontato in maniera originale e coinvolgente il nostro Paese, specie nei suoi aspetti più misteriosi e controversi: dalla mafia (I centopassi), al terrorismo (Romanzo di una strage) sino a riassumere nella grande saga familiare de La meglio gioventù, uno dei più grandi film italiani di sempre, la nostra storia dagli anni Sessanta a oggi.
Sarà questo il tema di fondo della conversazione con uno dei più grandi registi italiani, Marco Tullio Giordana, in programma lunedì 11 giugno, ore 21, al cinema Italia di Soci, in Casentino.
Il regista de “I centopassi”, “La meglio gioventù”, di “Romanzo di una strage” è l'attesissimo ospite del ciclo di incontri “Le parole e il silenzio” organizzato dalla Fondazione Baracchi e dedicato quest'anno ai “germogli di cambiamento”.
La conversazione, condotta dai giornalisti Massimo Orlandi e Paolo Ciampi, avrà al centro i ricordi, i pensieri e le riflessioni di Giordana ma anche le suggestioni che arriveranno da alcuni frammenti dei suoi film.
Il cinema appartiene al nostro tempo, diceva il grande Orson Welles. Ma il cinema è anche sguardo sul mondo, Capacità di far parlare i fatti e le persone. Possibilità di dare un altro senso a ciò che è stato e a ciò che potrà essere. E tutto questo è particolarmente vero per Marco Tullio Giordana, un regista che con la sua arte ha raccontato in maniera originale e coinvolgente il nostro Paese, specie nei suoi aspetti più misteriosi e controversi: dalla mafia (I centopassi), al terrorismo (Romanzo di una strage) sino a riassumere nella grande saga familiare de La meglio gioventù, uno dei più grandi film italiani di sempre, la nostra storia dagli anni Sessanta a oggi.
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giovedì 3 maggio 2012
Domani al castello di Poppi l'incontro con Scurati
Sarà Antonio
Scurati, scrittore tra i più apprezzati e amati nel nostro Paese, il
prossimo ospite del ciclo di incontri “Le parole e il silenzio”. Scurati sarà
protagonista di una conversazione dal titolo “Gli anni che non stiamo
vivendo. Ripensare il presente, Scommettere sul futuro” in programma
Venerdì 4 Maggio, ore 21, al castello di
Poppi.
Lo scrittore arriverà in
Casentino a distanza di 20 giorni dalla data inizialmente stabilita, il 14
aprile: l'incontro fu allora rinviato per una indisposizione di Scurati, alle
prese con un forte attacco influenzale.
Grande scrittore, ma anche
studioso di mass media e di processi culturali, Scurati indaga da tempo, nei
suoi saggi e nei suoi romanzi, su
paure e interrogativi della contemporaneità. E saranno proprio le sue
riflessioni sul presente e il suo sguardo sul futuro (dove tra l'altro ha ambientato il suo
ultimo romanzo “La seconda mezzanotte”) il filo conduttore dell'incontro
che sarà condotto dai giornalisti Paolo Ciampi e Massimo Orlandi.
“Apparteniamo –
ha scritto Scurati -
all’umanità più agiata, nutrita, sana, protetta e longeva che abbia mai calcato
la faccia della terra, eppure sembriamo la più impaurita, insicura, delusa,
sfiduciata e isterica. C’è qualcosa che non torna.” Ed è proprio da quel
qualcosa che non torna che si svilupperà l'incontro, perfettamente inserito
nel ciclo “Le parole e il
silenzio”, organizzato dalla Fondazione Giuseppe e Adele Baracchi, che
quest'anno sarà dedicato ai “Semi del cambiamento”, cioè a tutto ciò che, nel
presente, è già in movimento per costruire il futuro.
Oltreché scrittore, Antonio
Scurati è anche docente e ricercatore in cinema e televisione all’università
Iulm di Milano, ed editorialista de “La Stampa”. Nel 2010 ha partecipato curando
la rubrica "Lettere dal Nord" alla trasmissione di Rai Tre "Parla con
me".
Nel suo percorso decisivo è
l'anno 2005 quando con il romanzo Il sopravvissuto vince il premio Campiello. Nel 2006 esce il
saggio La letteratura dell’inesperienza. Scrivere romanzi al tempo della
televisione, a cui seguono i romanzi Una storia romantica (2007,
Premio Super Mondello) e Il bambino che sognava la fine del mondo (2009,
finalista al Premio Strega).
Nel 2010 esce il saggio
Gli anni che non stiamo vivendo, il tempo della cronaca in cui Scurati
riflette sulla trasformazione della nostra società, caratterizzata da un tempo
che si consuma nella frammentazione e nell’istantaneità, senza darci modo di
capirlo e neanche di viverlo. Il suo ultimo libro è La seconda
mezzanotte, un romanzo ambientato nel futuro che gli permette di raccontare,
a suo modo, la crisi del nostro mondo.
Ingresso
libero.
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